3 giugno 2006
«Il Maggio dei monumenti ha perso una delle sue caratteristiche fondamentali, quella di porsi come momento di riflessione sullo stato di salute della città - commenta Michelle Saffioti, presidente del circolo Legambiente Neapolis 2000, in prima linea per l’organizzazione di eventi e visite guidate - accendere le luci su luoghi noti e angoli nascosti significava, un tempo, avviare un percorso per lasciarle sempre accese. Così come si puntava a riqualificare non solo i monumenti dal punto di vista strutturale ma anche le aree circostanti dal punto di vista sociale».
Un esempio per tutti?
«I Decumani. Nei primi anni ’90, quando accompagnavamo i visitatori nel centro antico, stavamo attenti a mostrare tesori ma anche a denunciare problemi come la mancanza di sicurezza. Quell’impegno si è rivelato utile per il rilancio dell’area; il 90 per cento dei siti negati è rimasto aperto al pubblico, il controllo del territorio viene considerato una priorità».
Oggi, invece, le cose vanno in un altro modo?
«Posso fare l’esempio del Monte Echia e del Moiariello, due itinerari splendidi ma abbandonati al degrado. Nei giorni delle visite guidate queste due zone sono state pulite con cura; qualche giorno dopo erano di nuovo in pessime condizioni. Ecco, quello che manca è la spinta a passare dalla straordinarietà all’ordinarietà».
Un evento da salvare nel programma di quest’anno?
«La riapertura al pubblico del cimitero delle Fontanelle, attesa da anni e finalmente compiuta. Ma anche in questo caso bisogna stare bene attenti a non perdere una grande occasione di crescita per la città». Suggerimenti? «Partendo da questo splendido sito, è necessario avviare subito la riqualificazione del territorio circostante. Un monumento può dirsi pienamente valorizzato soltanto quando dà luce al quartiere che lo ospita».
Il discorso vale soltanto per il Maggio?
«Vale anche per le grandi mostre: pensate davvero che la mostra di Tiziano abbia migliorato la qualità della vita nella zona di Capodimonte?».